Ritorna l’ossessione con il tale si vince. L’ho già sentita con Rutelli perché belloccio, con Veltroni perché annacquato e con Renzi perché veloce e post democratico e guarda al centro. Non è andata bene, se non con Prodi, quando ancora si poteva parlare di un centro-sinistra col trattino.
Oggi sabato 11 il Fatto quotidiano, credo con involontaria perfidia, ha pubblicato nella stessa pagina due interviste interessanti. In alto quella a Gad Lerner, definito “coscienza fondatrice” del Pd che, appunto, si sbraccia per convincerci che con Pisapia si vince. Di taglio basso quella a Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi.
Il paragone tra i due, a mio giudizio, è imbarazzante. Il primo, già militante di Lotta Continua, sponsorizza in modo entusiastico Giuliano Pisapia, portato in processione già da Repubblica. Senza però dirci una parola sulla degenerazione renziana, non in quanto bullismo egocentrico, ma come portatrice di politiche oggettivamente di destra. Nulla. Entrambi, Pisapia e Lerner, infatti hanno votato SI alla devastazione costituzionale. E non è cosa di poco conto. Il secondo, Smuraglia, invece si pone il problema di costruire un nuovo partito a sinistra. Perché la sinistra non è uno stato d’animo ma qualcosa di organizzato e che rappresenta (dovrebbe rappresentare) qualcosa. L’uno appare un po’ salottiero e anche divertente mentre vagheggia un centrosinistra elegante. Lerner definisce Pisapia in modo sobrio: solido, portentoso. E dice che il suo vero valore è il rappresentare la sinistra non comunista. Considera l’ex sindaco di Milano e sponsor di Sala come un pezzo delle vicende del Pd.
L’altro, invece, protagonista del NO e difensore della Costituzione parla di valori, di rappresentanza, di democrazia. Smuraglia, purtroppo, viene dalla sinistra comunista, anzi dal Pci, ed è un vizio d’origine che non piace ai Lerner, ai Pisapia. E a quanto pare anche agli Zedda, agli Uras e compagnia. Moderni, molto.
Non c’è dubbio che tra i due, preferisco il partigiano combattente, volontario nel Corpo italiano di liberazione (Divisione Cremona, 8° armata) che sogna di cambiare la società e vuole un partito “antifascista, attivo sui temi sociali e del lavoro”. Convinto che col Pd la sinistra non può fare passi avanti. Questione di gusti.
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