Nuraghi e castelli, ecco l’atlante dei sistemi difensivi della Sardegna

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di Vindice Lecis

“Credo che nessun’altra terra d’Europa annoveri al suo interno tante costruzioni militari quanto la Sardegna, dal Nuragico ad oggi. Sono migliaia e migliaia, distribuite nel tempo e nello spazio, che denunciano una storia travagliata e violenta, marcata da contrasti e divisioni”. Lo scrive Francesco Cesare Casula in uno dei saggi che compongono il volume intitolato Verso un atlante dei sistemi difensivi della Sardegna.

Affermazione, questa dello storico Casula, che può farci prendere consapevolezza oltre che dell’imponenza del patrimonio della Sardegna anche della sua tutela e valorizzazione per consentire di colmare i vuoti, ampi, della documentazione unendo i fili sparsi delle epoche storiche. Questo libro di 568 pagine voluto dalla sezione sarda dell’Istituto italiano dei castelli ed edito da Giannini nel 2015 colma uno di quei vuoti. Non che mancassero monografie su nuraghi, castelli, castra, casematte ma serviva un’opera che sistematizzasse la molteplicità fornendo una visione globale, come ricordano nell’introduzione i curatori Donatella Rita Fiorino e Michele Pintus.

Il libro ha un suo fascino e anche utilità. Una prima parte, analizza la profondità storica del paesaggio fortificato. Che significa? Che occorre comprendere come i sistemi di difesa siano il risultato di stratificazioni materiali da interpretare, tenendo conto dei momenti e delle fasi di costruzione. In questa sezione tra l’altro, sono ospitati testi che variano da una visione generale storica, come quella di Francesco Cesare Casula (dall’età nuragica ai fortini sparsi sulle coste durante la seconda guerra mondiale) ai sistemi difensivi della Sardegna medievale (Cioppi), allo studio specialistico sull’incastellamento e l’età delle signorie nell’isola (Marco Milanese), alle strutture militari del Novecento.

Nelle altre parti viene scandagliato minuziosamente il sistema sardo dei giacimenti conoscitivi. Ad esempio: i castelli nelle vedute dei retabli del XV e del XVI secolo (Masili e Olivo), la letteratura e i castelli (Vescuso), le fortificazioni sarde citate nel diario di Francesco d’Austria d’Este (Cau). Interessanti sono i contributi su specifici siti: il castello di Medusa a Samugheo (Cortes), quello di Monreale (Roberto Ibba) e Orguglioso (A. Sanna). Oltre a saggi sulle caserme dei carabinieri (Fiorino e Ghirlanda), sull’impianto di Pula realizzato dai tedeschi (Ledda) e sulla difesa antiaerea a Cagliari (Rassu).

Altre sezioni assai dense confermano l’ambizione di sistematizzare quanto esiste in Sardegna. Si tratta di ricognizioni e percezioni. L’operazione così ambiziosa è riuscita sino in fondo? Nel libro, utile e necessario, si rischia però di smarrirsi tra la divulgazione alta e lo specialismo settorialista. Rischio inevitabile, affrontando il volume diverse migliaia di anni di storia, di vicende e di tecniche. Ma è un labirinto piacevole che noi amanti del genere per diletto, perdoniamo anche agli specialisti.

Donatella Rita Fiorino e Michele Pintus (a cura di) Verso un atlante dei sistemi difensivi della Sardegna (Giannini Editore, 568 pagine)

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