Nella fantastica Sardegna del Pd accade anche questo: apprendiamo che – caso unico in Italia – ci sono troppe liste per Renzi in corsa per l’assemblea nazionale del Pd. Sono due, infatti, a sostegno dell’ex premier: quella dei renziani-renziani in salsa soriana e quella dei renziani-renziani che chissà perché si chiamano popolari-riformisti, vale a dire socialisti e democristiani (guidati dai big Cabras e Fadda). Tutti si affollano e sgomitano chiassosi alla corte del fiorentino, vantando primogeniture e quarti di nobiltà. Ma, nella Sardegna dei gloriosi misteri del Pd, c’è dell’altro. Per spiegarlo vi chiedo un supplemento di attenzione.
Nell’isola – non è noto ai più ma è così – si voterà il 30 aprile anche nelle cosiddette primarie per l’elezione del segretario regionale. Dove i candidati sono due: uno si chiama Giuseppe Luigi Cucca, bosano, senatore renziano di estrazione Dc, sostenuto appunto da “renziani doc e dagli ex Diesse”. Dove sta la stranezza? Che questi “ex Diesse” (sigla misterica che starebbe per Democratici di sinistra, partito estinto dopo una penosa malattia quando il medico era Fassino) a livello nazionale si sono schierati invece con il ministro Orlando: dunque, apparentemente, contro il Fiorentino. L’altro candidato si chiama Francesco Sanna, è un deputato di ferrea estrazione Dc (anche lui, ma sono dovunque!), espressione pro-tempore dell’area che fa capo all’ex presidente della giunta regionale, Renato Soru che ormai si muove come una falena attorno a una lampadina. Nel frattempo, primarie o no, i “riformisti” rafforzano il potere imperiale collocando il sassarese Giacomo Spissu, plenipotenziario di Antonello Cabras, alla guida della Sarda Leasing. Concretezza.
Tradotto in italiano: votare l’uno o l’altro non cambia nulla, perché sempre di Renzi e renziani, pur al pane carasau, si tratta.
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