di Vindice Lecis
Il governo vuole reintrodurre i voucher con un voto di fiducia. A parte il contenuto – rianimare una norma che ha consentito, non di far emergere il lavoro nero ma di istituzionalizzarlo e legalizzarlo rendendo schiavi i lavoratori – ciò che lascia basiti è l’incrdibile voltafaccia di Pd e governo. Un’operazione certamente arrogante e sfacciata quando, solo poche settimane, fa i voucher erano stati aboliti. Pur di impedire il referendum della Cgil.
“Nessuna democrazia può legiferare eludendo la volontà dei cittadini – ha ammonito Susanna Camusso segretaria della Cgil forte delle oltre tre milioni di firme consegnate – , se vengono reintrodotti i voucher succederebbe proprio questo”. Se si dovesse fare una scelta “come quella che sembra profilarsi in queste ore”, quindi, la Cgil “per prima cosa ricorrerebbe alla Corte costituzionale”, e chiederebbe anche ragioni al presidente della Repubblica, “che è il garante della costituzione nel nostro Paese”.
Praticamente, in modo incredibilmente truffaldino, ritornano i voucher con qualche piccolo e ridicolo controllino in più. Ciò che non cambia è la mancanza totale di diritti previdenziali e assistenziali. Quindi né malattia, né ferie o, sembra, nemmeno l’assegno di disoccupazione e maternità. Si torna ai famigerati buoni lavoro che hanno devastato ulteriormente il mercato italiano, rendendolo ancora più precario e privo di regole e diritti. Nel progetto governativo, che vede le imprese entuasiaste, si garantisce un uso estensivo nelle aziende sotto i cinque dipendenti. Un circolo vizioso che determina precarietà a oltranza.
Nel frattempo il governo si è accorto che la cassa integrazione con le regole in vigore del jobs act èterribilmente breve. Negli ultimi mesi ha segnato un calo: ad aprile meno 58%. Ma che significa? Che quei lavoratori hanno ritrovato l’occupazione? A contrario. Significa che la stretta del jobs act ha accorciato la durata della cig. Un disastro. Non l’unico di un provvedimento che ha creato un deserto di povertà e sofferenza.
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