Il lato oscuro di alcune Ong impegnate nella tratta di esseri umani

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di Vindice Lecis

I presunti “volontari”, sembra a diecimila euro al mese, della Ong tedesca Jugen Rettet si spingevano ben dentro le acque territoriali libiche (meno di 13 miglia) e non salvavano i migranti: semplicemente li trasportavano sulla loro nave dopo aver contattato gli scafisti – o trafficanti di esseri umani di cui ci riempiamo la bocca parlandone con misericordiosa pietà, ma che facciamo finta di non vedere –, aver trasbordato donne e uomini e, persino, restituito i motori dei barchini. La guardia costiera libica – quella stessa che abbiamo riempito di soldi e motovedette – era complice silente e interessata. Questa Ong tedesca (vicina al cuore e al portafogli del magnate Soros) – ci sono ancora indagini in corso per altre simili organizzazioni dalle finalità e dal profilo oscuro – mentre trafficava con i pirati, faceva allegramente i conti: tot migranti salvati tot soldi entrano nelle nostre casse con le donazioni.

Molti in Italia – alcuni giornali e sinistra compassionevole – dovrebbero a questo punto chiedere scusa al procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, insolentito oltre il dovuto dai sacerdoti del politicamente corretto solo per aver osato indagare e aver comunicato al Parlamento prove e sospetti. Dalla fine di aprile sei Ong sono nel mirino degli inquirenti. Quelli che sono stati definiti con penosa fantasia angeli del mare fanno sovente opera di mero trasporto in combutta con gli schiavisti, come ha documentato un agente dello Sco sotto copertura.

La Jugend Rettet è nata aBerlino nell’ottobre del 2015 e opera a nord di Tripoli con la nave Iuventa. Nell’aprile di quest’anno aveva già caricato circa settemila persone, ma poi la sua attività ha avuto un’accelerazione. Si spinge sin sotto le coste libiche avvertita degli arrivi, d’intesa con gli scafisti ai quali restituisce motori e imbarcazioni invece di affondarle. I trafficanti salutavano gli operatori con confidenza e non rischiavano il viaggio sino all’Italia. Fanno quindi consegne concordate. Nelle intercettazioni pubblicate sui quotidiani i responsabili della Jugend Rettet si fregavano le mani a ogni carico: “Più salvataggi faremo e più donazioni e soldi riceveremo”. Ora la Iuventa è stata sequestrata per ordine della Procura di Trapani.

L’organizzazione di costoro, ma forse anche di altre Ong sulle quali si è acceso un faro, prevedeva non solo contatti con gli scafisti ma anche la presenza di barchini di vetroresina, a fianco dei gommoni guidati dagli scafisti. Veri e propri favoreggiatori che, dopo il trasporto dei migranti sulla nave, recuperavano motore e benzina dei gommoni.

Il rapporto fiduciario con i trafficanti è stato confermato da un coraggioso poliziotto infiltrato sulla nave Von Hestia di Save the children che ha documentato ogni cosa in due mesi di lavoro. Compresa la collaborazione fattiva dell’equipaggio della Iuventa con scafisti e favoreggiatori dei barchini. Ci sono le foto. Sarebbe ora dunque che tutte le Ong, mi riferisco a quelle serie e pulite, facciano chiarezza firmando il protocollo con lo Stato italiano. Che cosa hanno da temere dalla assoluta trasparenza?

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