Sinistra Sarda segnale di riscossa morale, argine alla Destra e agli smemorati “Progressisti”

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di Vindice Lecis

La bandiera della Sinistra precipitata nella polvere in Sardegna e nel resto del Paese, è stata risollevata. Vada come vada, per questo abbiamo già vinto.

Non saranno gli esangui abatini e i pavoni sussiegosi delle liste civetta formate dal Pd e inzeppate di trasformisti e lividi mozzaorecchi a disturbare col ricattatorio slogan del voto utile la spinta crescente di simpatia e attenzione attorno alla nostra Sinistra Sarda. Sapete perché? Perché è una sobria, modesta, combattiva comunità di sinistra, quella stessa in questi anni finita sugli scogli dell’austerità, tradita dalla vicinanza verso la grande finanza e ai grandi industriali. L’esperienza del Pd ha prodotto la più grave devastazione del lavoro col jobs act che ha condannato una generazione intera alla precarietà, ha maramaldeggiato sulla scuola pubblica, ha privatizzato i servizi. Quella “sinistra” che tra Landini e Marchionne ha sempre preferito lo scomparso ad di Fca. Dispiace che qualche sindacalista oggi faccia finta di dimenticarsene.

La sinistra ha ripreso dopo anni il suo ruolo naturale nelle strade. I nostri manifesti sono ovunque, i nostri candidati moltiplicano le loro iniziative, i confronti con le categorie sono proficui. Siamo nati solo un mese fa e abbiamo già fatto una buona strada strada. Ancora insufficiente ma possiamo migliorare. Abbiamo innescato una scintilla oggi passata di mano in mano da una comunità di persone determinate, per bene, combattive.

Dobbiamo far sentire dunque la nostra voce con più forza nel rivendicare il piano straordinario del lavoro aprendo una nuova stagione per l’occupazione, nel rimuovere i macigni che discriminano le donne, nella difesa senza equivoci dell’ambiente, nella battaglia per la modernizzazione della Sardegna nei trasporti, per una nuova attenzione verso la scuola e l’università, per una soluzione equa e contrattata a vantaggio dei pastori. E molte altre cose: il rilancio della sanità pubblica sfregiata dalla “riforma” Arru, la difesa dell’autonomia regionale non brandita solo con governi “non amici”, per aiutare lo sviluppo dell’agricoltura con le cooperative giovanili, per un turismo diffuso tutto l’anno.

Noi siamo l’antidoto vero alla destra. Che avanza, è bene ricordarlo, grazie ai disastri compiuti dai governi che si sono succeduti e che hanno provocato rabbia, dolore, lacerazioni. Aprendo le porte, spalancandole anzi, alla crescita della destra. Sinistra Sarda è dunque una boccata d’aria fresca, una ventata di valori non corrompibili, un maestrale di passioni politiche e civili, la vera alternativa allo stato di cose presente.

E ora voi Progressisti, avete la faccia di presentarvi – con 4 assessori regionali uscenti e con una assoluta continuità col passato recente e anche con quasi tutti i consiglieri uscenti – come paladini dell’antifascismo? Di far argine alla destra? Di parlare di sviluppo della Sardegna? Che cosa avete fatto sul lavoro, la sanità, i trasporti? Purtroppo avete fatto danni gravi.

Avete persino sdoganato chi ha fatto campagna a favore del Sì referendario per stravolgere la Costituzione. Ecco come il cinismo e il trasformismo possono uccidere la politica.

Chi vuole battersi contro la destra non per rimettere al proprio posto i castosauri (dinosauri della casta) deve scegliere dunque Sinistra Sarda. Per riprendere – anche dopo il voto – un percorso di rinnovamento della politica e della economia della Sardegna. Per dare un segnale di riscossa morale.

Ps: per molti, il fare politica in modo disinteressato è considerato come qualcosa di sconcertante. Non concepiscono, costoro, che ci si possa battere per valori, idee e programmi senza avere tornaconti. Sinistra Sarda è l’esempio di una comunità che si ritrova e che vuole crescere.

Vada come vada, abbiamo già vinto.

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